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Taiwan conferma l'espulsione del coniuge cinese sostenitore dell'unificazione

Il Tribunale amministrativo supremo finalizza l'ordinanza, citando i problemi di sicurezza nazionale
Taiwan conferma l'espulsione del coniuge cinese sostenitore dell'unificazione<br>

Taipei, Taiwan – In una significativa sentenza che impatta le relazioni tra le due sponde dello stretto, la Corte Amministrativa Suprema di Taiwan ha finalizzato l'ordine di deportazione contro Liu Zhenya (劉振亞), una cittadina cinese sposata con un cittadino taiwanese, per aver sostenuto la "unificazione militare" con la Cina.

La decisione della corte, annunciata giovedì 28 marzo, conferma la revoca del permesso di soggiorno di Liu da parte dell'Agenzia Nazionale per l'Immigrazione (NIA). La NIA aveva precedentemente ordinato a Liu di lasciare Taiwan entro il 25 marzo a causa dei suoi contenuti che sostenevano l'unificazione, pubblicati sul suo account Douyin, "Yaya a Taiwan" (亞亞在台灣).

Questa sentenza vieta inoltre a Liu di ripresentare domanda per un permesso di soggiorno basato sulla dipendenza per cinque anni.

Il Ministero dell'Interno (MOI), che sovrintende alla NIA, ha stabilito che i post online di Liu minacciavano la sicurezza nazionale e la stabilità sociale di Taiwan, violando così le normative che regolano i cittadini cinesi residenti a Taiwan. La Corte Amministrativa Suprema ha confermato la valutazione del MOI.

"Da una prospettiva procedurale, è difficile affermare che la legalità dell'ordine [del MOI] sia manifestamente in dubbio", ha dichiarato la corte in un comunicato stampa.

Liu aveva precedentemente perso un ricorso in un tribunale inferiore il 21 marzo, prima di lasciare volontariamente Taiwan martedì.

La decisione della corte ha affrontato anche le preoccupazioni relative all'impatto sulla famiglia di Liu, tra cui il coniuge e tre figli. La corte ha concluso che l'ordine non avrebbe causato danni irreparabili alle relazioni familiari, citando le moderne possibilità di trasporto e comunicazione.

Inoltre, la corte ha chiarito che l'ordine non obbligava Liu a partire entro una data specifica, richiedendo solo la sua partenza entro 10 giorni.

La decisione ha attirato l'attenzione degli accademici. Lo Shih-hung (羅世宏), professore presso il Dipartimento di Comunicazione della National Chung Cheng University, ha criticato l'ordine di deportazione e la sua conferma in un post sui social media. Ha messo in discussione l'applicazione del Patto internazionale sui diritti civili e politici (ICCPR) delle Nazioni Unite nella decisione della corte, in particolare il divieto di "propaganda per la guerra". Lo ha osservato che disposizioni specifiche relative al patto non sono state ancora completamente attuate nel sistema legale interno di Taiwan, nonostante la sua incorporazione nel 2009.



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