Mare delle Filippine occidentale: Perché le campagne elettorali si concentrano sui problemi economici più che sulle controversie marittime

Il politologo Cleve Arguelles analizza come le ansie economiche stiano mettendo in ombra la disputa territoriale delle Filippine con la Cina nell'attuale ciclo elettorale.

MANILA, Filippine – Mentre i sondaggi indicano un forte sostegno filippino ai candidati che promettono di difendere i diritti sovrani del paese nel Mar Cinese Meridionale (noto come Mar delle Filippine Occidentali), l'attuale campagna elettorale dipinge un quadro diverso. Molti candidati hanno notevolmente minimizzato i diritti marittimi del paese, nonostante le recenti azioni provocatorie della Cina, come l'innalzamento della sua bandiera a Sandy Cay, vicino all'isola di Pag-asa, occupata dalle Filippine.

Con l'avvicinarsi delle elezioni, la lunga disputa marittima tra Filippine e Cina sembra essere messa da parte dalle preoccupazioni economiche, tra cui la sottoccupazione, l'aumento dei costi e la rivalità politica tra i campi Marcos e Duterte.

Il politologo Cleve Arguelles suggerisce che questa retorica attenuata sulla sovranità riflette una stagione elettorale dominata da pressanti ansie economiche. "Il Mar delle Filippine Occidentali è senza dubbio una questione importante per molti filippini. I nostri sondaggi mostrano costantemente un forte sostegno pubblico alla difesa della sovranità filippina e alla reazione alle incursioni della Cina", ha dichiarato Arguelles, anche fondatore di WR Numero.

"Ma come tutte le questioni politiche, compete per l'attenzione - e in questo momento, sta perdendo quella competizione a favore di preoccupazioni più immediate come la sicurezza alimentare, l'inflazione e l'occupazione", ha aggiunto.

Le azioni della Cina, come il "controllo marittimo" della sua Guardia Costiera su Sandy Cay, hanno suscitato una rapida risposta da parte del governo filippino, che ha inviato personale per piantare la bandiera filippina. Il Direttore Generale Assistente del Consiglio di Sicurezza Nazionale Jonathan Malaya ha liquidato le affermazioni della Cina come disinformazione.

Tra i candidati al senato, l'incidente ha suscitato forti dichiarazioni solo da pochi. Il senatore Francis Tolentino, parte della coalizione Alyansa sostenuta da Marcos e autore di una legislazione che definisce i confini marittimi, è stato tra i più espliciti. Ha presentato una risoluzione che chiede un'indagine. L'avvocato per i diritti umani Chel Diokno, in corsa con la lista Akbayan, ha condannato le azioni della Cina come "illegali" e una "chiara violazione del diritto internazionale".

La risposta limitata all'incidente di Sandy Cay suggerisce una più ampia riluttanza a concentrare la disputa del Mar Cinese Meridionale nei messaggi della campagna elettorale, anche se i sondaggi mostrano un forte interesse degli elettori nei candidati che difendono il territorio del paese. Un sondaggio WR Numero ha mostrato che almeno otto elettori su dieci sostengono i candidati che faranno valere i diritti territoriali delle Filippine contro la Cina.

Arguelles ritiene che ci sia confusione tra gli elettori sulle posizioni reali dei candidati sulla Cina. "Anche se ci sono candidati identificati come filo-cinesi - quelli che favoriscono l'appeasement, credendo che cedere ad alcune delle rivendicazioni della Cina possa ridurre le tensioni - non vediamo gli elettori punirli alle urne", ha detto Arguelles. "Infatti, secondo il nostro sondaggio, la maggior parte degli elettori fatica a distinguere chiaramente quali candidati sono filo-cinesi e quali no".

Questa ambiguità crea un ambiente politico in cui i candidati possono esitare a prendere posizioni chiare che potrebbero alienare gli elettori. "Mentre l'incidente di Sandy Cay ha suscitato titoli nazionali, non ha fondamentalmente rimodellato la narrazione elettorale. Per ora, le questioni relative al pesce e al riso dominano ancora la corsa", ha osservato Arguelles.

Le priorità economiche hanno un impatto pronunciato sulle prospettive degli elettori, in particolare tra i filippini più vulnerabili. Un sondaggio di Social Weather Stations ha rilevato che, mentre il 78% dei filippini preferisce candidati che faranno valere le rivendicazioni marittime, questa cifra scende tra gli elettori di Classe E, quelli che vivono sotto la soglia di povertà, dove il 41% voterebbe per i candidati che non intendono far valere le rivendicazioni marittime.

Arguelles ha sottolineato che la situazione delle Filippine nella difesa del suo territorio marittimo "non riguarda solo la sovranità in astratto". È collegata a preoccupazioni quotidiane come la sicurezza alimentare ed energetica. "Ma sfortunatamente, questi collegamenti non sono evidenti alla maggior parte degli elettori. Ho la sensazione che ci sia ancora un grande divario tra le conversazioni sulla sicurezza nazionale e il modo in cui gli elettori ordinari percepiscono le loro lotte quotidiane", ha detto.

Il senatore Bong Go, in corsa per la rielezione come parte della lista PDP-Laban, ha sottolineato l'importanza di difendere i diritti sovrani delle Filippine. Kabataan Partylist, attraverso Renee Co, ha chiesto la smilitarizzazione del Mar delle Filippine Occidentali e l'uscita immediata delle truppe cinesi.

La questione della sovranità marittima è ulteriormente complicata dalla spaccatura tra i campi Marcos e Duterte. Marcos ha tentato di usare la disputa territoriale per differenziare la sua amministrazione dall'ex presidente Rodrigo Duterte, che ha mantenuto legami più stretti con Pechino. L'ambasciata cinese a Manila ha esortato i candidati astenersi dall'utilizzare le questioni del paese con la Cina per "aumentare le loro prospettive elettorali".