Svelare le ombre del passato di Taiwan: La Biennale dell'Isola Verde e l'eredità della prigionia politica

Esplorare l'isolamento, la memoria e la lotta per i diritti umani attraverso l'arte
Svelare le ombre del passato di Taiwan: La Biennale dell'Isola Verde e l'eredità della prigionia politica

Nuova Taipei, 13 maggio – La Biennale di Green Island del 2025 è destinata a far luce sulle profonde esperienze dei prigionieri politici a Taiwan, concentrandosi sull'isolamento temporale e spaziale che hanno subito durante la loro reclusione. Come ha spiegato il curatore Nobuo Takamori (高森信男) alla cerimonia di apertura, la mostra offre una toccante riflessione su questo periodo difficile.

Parlando all'evento a Nuova Taipei, Takamori ha sottolineato come Green Island, nonostante la sua vicinanza geografica a Taiwan, sia arrivata a simboleggiare una barriera durante il periodo del Terrore Bianco. Rappresentava un luogo di emarginazione per gli individui perseguitati politicamente e cacciati dalla società e dal passare del tempo.

Questo contesto definisce il tema centrale della mostra: "Durata di 149 miglia marine: la lotta della memoria contro l'oblio". Questa distanza fa riferimento al viaggio che il primo gruppo di prigionieri politici intraprese da Keelung a Green Island, preparando il terreno per l'accattivante narrazione della mostra.

Il governo del Kuomintang (KMT), allora al potere autoritario, iniziò a inviare prigionieri politici a Green Island per l'imprigionamento nel 1951. Molti di questi individui furono sottoposti a lavori forzati, un duro promemoria delle dure realtà dell'epoca.

Nel frattempo, il ministro della Cultura Li Yuan (李遠) ha sottolineato che anche le persone residenti a Taiwan erano isolate dal mondo più ampio sotto lo stesso regime. La loro capacità di viaggiare liberamente era severamente limitata e il flusso di informazioni era strettamente controllato e censurato.

Anche il ministro della Cultura Lee Yung ha promesso che il governo avrebbe continuato a sostenere attivamente gli sforzi per preservare la memoria dell'era del Terrore Bianco e promuovere un'educazione completa sui diritti umani in tutta Taiwan.

Secondo Takamori, il Green Island White Terror Memorial Park, precedentemente una prigione, presenterà dozzine di registrazioni video, installazioni e disegni, tra le altre opere d'arte, da mercoledì al 21 settembre. La mostra offre una potente esperienza visiva.

La biennale presenta il lavoro di 31 artisti provenienti da Taiwan e da tutto il mondo. Invita gli spettatori a considerare la storia dell'era del Terrore Bianco attraverso espressioni artistiche, tracciando parallelismi tra il passato di Taiwan e le esperienze di altri paesi.

Tra le opere presentate c'è "Per ogni libertà, la speranza rimane", una serie di stampe xilografiche su larga scala create dal collettivo artistico malese Pangrok Sulap.

Adi, un membro di Pangrok Sulap, ha osservato che l'arte della xilografia è stata a lungo associata alla "resistenza" contro i detentori del potere. Il loro lavoro mira a "onorare la forza di coloro che hanno subito l'oppressione" e a "ricordarci che la lotta per la libertà non è mai finita".

Anche l'artista taiwanese Wang Te-yu (王德瑜) presenterà "N22.40", un'installazione progettata per onorare Tsai Kun-lin (蔡焜霖), una defunta vittima del Terrore Bianco e un dedicato sostenitore dei diritti umani. L'installazione spera di ispirare i visitatori a contemplare il significato della libertà e dei diritti umani.

Il Green Island White Terror Memorial Park, un tempo un complesso carcerario che ospitava prigionieri politici, gravi trasgressori e membri di bande criminali, è stato trasformato nel 2018. Il suo scopo è commemorare le vittime della repressione politica durante il periodo del Terrore Bianco, durato dal 1949 al 1992.



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