Il caso controverso di Taiwan: la magistratura sta abusando delle convenzioni sui diritti umani per mettere a tacere il dissenso?

Un professore taiwanese solleva preoccupazioni sulla deportazione di un influencer della Cina continentale, evidenziando potenziali abusi del diritto internazionale dei diritti umani.
Il caso controverso di Taiwan: la magistratura sta abusando delle convenzioni sui diritti umani per mettere a tacere il dissenso?<br>

L'ordine di deportazione emesso dall'Agenzia Nazionale per l'Immigrazione di Taiwan (移民署) contro l'influencer cinese continentale Liu Zhenya, conosciuta anche come "亞亞 (Ya Ya)", ha suscitato un dibattito. Il rifiuto da parte dell'Alta Corte Amministrativa di Taipei di sospendere la sua deportazione ha attirato forti critiche da parte degli accademici.

Il Professor Luo Shih-hong, docente presso il Dipartimento di Comunicazione dell'Università Nazionale Chung Cheng, sostiene che la corte stia interpretando erroneamente i concetti di "incitamento alla guerra" e di legittima espressione politica. Egli ritiene che la corte stia applicando impropriamente i patti internazionali sui diritti umani, trasformando di fatto questi patti in strumenti per sopprimere le voci dissidenti. Questo, secondo il Professor Luo, mina le protezioni fondamentali dei diritti umani che questi patti intendevano tutelare.

Il caso riguarda Liu Zhenya, sposata con un cittadino taiwanese e madre di due figli e una figlia. Le era stata concessa la residenza sulla base dei suoi legami familiari. Tuttavia, durante la sua residenza, ha creato il canale "亞亞在台灣 (Ya Ya a Taiwan)" sulla piattaforma di social media "Douyin", dove caricava video. Alcuni di questi video contenevano, secondo quanto riferito, contenuti che sostenevano l'unificazione militare della Repubblica Popolare Cinese con la Repubblica di Cina (Taiwan). Di conseguenza, l'Agenzia Nazionale per l'Immigrazione le ha ordinato di lasciare Taiwan entro 10 giorni, con scadenza il 25 marzo.



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