Il Ministero della Giustizia di Taiwan risponde al clamore suscitato da un caso di abusi su minori

In seguito alla tragica morte di un bambino, le richieste pubbliche di inasprire le pene per gli abusi sui minori hanno suscitato la risposta del Ministero della Giustizia di Taiwan.
Il Ministero della Giustizia di Taiwan risponde al clamore suscitato da un caso di abusi su minori

La recente morte di un bambino di un anno, soprannominato "Kaika", a causa di presunti abusi da parte di un tutore ha suscitato indignazione in tutta Taiwan. Questa tragedia ha portato quasi 140.000 persone a firmare una petizione che chiede l'ergastolo o la pena di morte, senza condizionale, per coloro che sono stati condannati per abusi sui minori che hanno portato alla morte. Il Ministero della Giustizia (MOJ) ha risposto il 16 marzo, indicando inizialmente che la proposta non sarebbe stata adottata, provocando una significativa reazione pubblica e accuse secondo cui Taiwan stava diventando un "paradiso degli abusi sui minori".

In risposta all'indignazione pubblica, il MOJ ha rilasciato una dichiarazione il 17 marzo, sottolineando il suo impegno a punire severamente i crimini contro i minori e a rispettare l'opinione pubblica. Il MOJ ha affermato che avrebbe preso in considerazione l'incorporazione di vari punti di vista durante le future riforme legali.

La petizione proponeva modifiche all'articolo 271 del Codice Penale per includere disposizioni per l'ergastolo senza condizionale o la pena di morte per gli abusi sui minori che hanno portato alla morte. Ha anche suggerito di modificare l'articolo 286 del Codice Penale per imporre una pena detentiva minima di 10 anni, o una pena di 20 anni se commessa a scopo di lucro, e una multa fino a NT$10 milioni per coloro che abusano o danneggiano in altro modo il benessere fisico e mentale di individui di età inferiore ai 16 anni. La proposta, presentata il 20 febbraio, è stata ufficialmente riconosciuta il 16 marzo, richiedendo una risposta formale dal MOJ entro due mesi.

Huang Mou-hsin, il Segretario Permanente del MOJ, ha spiegato la decisione relativa alla petizione. Il suggerimento della pena di morte per "distruzione di prove" nei casi di abusi sui minori è stato ritenuto irrealizzabile, poiché l'attuale sistema legale di Taiwan non consente una pena di morte obbligatoria. Allo stesso modo, la proposta di una pena detentiva minima di 30 anni è stata considerata irrealistica, poiché la pena massima prevista dalla legge attuale è di 15 anni. I suggerimenti relativi alla "nessuna condizionale" sono in fase di valutazione, poiché il sistema di condizionale è in fase di revisione e qualsiasi parere sarà preso in considerazione nelle future riforme legali.

Il MOJ ha ribadito la sua dedizione a punire in modo significativo i reati gravi, in particolare quelli che coinvolgono abusi sui minori. Il Ministero ha riconosciuto le preoccupazioni del pubblico e ha affermato che durante le future discussioni legislative sarebbero state riviste le misure suggerite. Il MOJ ha anche evidenziato la sua posizione sui detenuti condannati per crimini violenti.



Sponsor