Il ministro dell'Istruzione di Taiwan scatena polemiche: Libertà di parola e politica nei campus

Il dibattito scoppia quando il ministro difende il sostegno degli studenti alle iniziative di ritiro dal voto nel campus, sollevando questioni sulla neutralità politica e sul ruolo delle università.
Il ministro dell'Istruzione di Taiwan scatena polemiche: Libertà di parola e politica nei campus

Una recente dichiarazione del Ministro dell'Istruzione di Taiwan, Cheng Ying-yao, riguardante le attività studentesche nei campus a sostegno dei movimenti di revoca ha acceso un acceso dibattito. Il Ministro ha affermato che tali azioni rappresentano la libertà di parola degli studenti e l'impegno civico, piuttosto che attività politiche partitiche, e dovrebbero essere rispettate.

Questa posizione ha suscitato critiche, in particolare da figure come Kuo Li-hsin, professore a contratto presso il Dipartimento di Radio e Televisione della National Chengchi University. Kuo sostiene che gli sforzi di revoca, almeno in parte, sono promossi dal capogruppo del caucus legislativo del Partito Democratico Progressista (DPP), rendendo l'affermazione che non si tratti di attività di partito "azzardata". Kuo ha anche espresso preoccupazione sul fatto che le università non dovrebbero diventare arene di manipolazione politica, affermando che i commenti del Ministro dell'Istruzione erano "imbarazzanti".

Anche il professore in pensione di Letteratura Cinese presso la National Taiwan Normal University, Lin Pao-chun, è intervenuto. Lin ha osservato che in passato l'esclusione della politica dai campus mirava a preservare uno spazio libero dall'influenza politica. Si è chiesto se anche agli studenti che si oppongono alla revoca sarebbe consentito di esprimere le proprie opinioni, sollevando preoccupazioni sul fatto che il campus potrebbe diventare un campo di battaglia, portando potenzialmente a conflitti tra studenti.



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